Glossmetro - Storia

I primi studi teorici pratici relativi alla misura della brillantezza delle superfici sono attribuiti a Ingersoll che nel 1914 realizzò il primo strumento per misurare la lucentezza della carta denominato “Glarimetro”.
Il Glarimetro di Ingersoll fù il primo strumento realizzato per misurare la brillantezza si un materiale; esso era basato sul principio della polarizzazione della luce durante la riflessione speculare.
Lo strumento utilizzava una luce incidente con angolo 57,5° ed utilizzava un metodo di contrasto per sottrarre la componente speculare dalla luce riflessa utilizzando un elemento polarizzante.
Ingersoll, dopo prove ed applicazioni eseguite con successo, brevettò questo strumento nel 1917.
Evoluzioni di questo primo prototipo si hanno nel 1922 grazie a Jones che, durante uno studio sulla brillantezza di carte fotografiche, utilizzando un goniofotometro ha sviluppato un glossmetro. Il glossmetro di Jones utilizzava una configurazione geometrica 45 ° / 0 ° / 45 ° per cui la superficie veniva illuminata a 45° e due incidenti angoli riflettenti misurati e confrontati a 0 ° (riflettanza diffusa) e 45 ° (riflettanza diffusa più speculare). Jones fu il primo a sottolineare l'importanza di utilizzare il goniofotometro negli studi sulla brillantezza.

Alcuni test condotti nel 1925 da Pfund hanno portato allo sviluppo del glossmetro ad angolo variabile per misurare la brillantezza. Il glossmetro di Pfund è stato il primo ad utilizzare gli standard di vetro nero come base di calibrazione per la riflessione. Questo prototipo è stato a seguito brevettato nel 1932.

Nel 1937 Hunter, nell'ambito di un progetto di ricerca, ha prodotto un documento sulle modalità di determinazione del gloss. In questo documento ha discusso strumenti che erano disponibili al momento, in relazione alla classificazione di sei diversi tipi di lucentezza. In questo lavoro Hunter ha discusso nel dettaglio anche i requisiti generali per un glossmetro standard. La standardizzazione del gloss è stata guidata da Hunter e ASTM (American Society for Testing and Materials) che ha prodotto nel 1939 la normativa “ASTM D523 Metodo di prova standard per la brillantezza speculare”. Questa normativa descriveva il metodo di misurazione della brillantezza ad un angolo speculare di 60°.

 

Nel 1951 a seguito dell’aggiornamento della norma sono stati introdotti gli standard di misurazione della brillantezza a 20° (Lucido) e 85° (Opaca).

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